All’apparenza sembra un pesciolino indifesto, poco più grande di un dito, con due grandi canini connessi a ghiandole velenifere in grado di iniettare sulle proprie vittime una tossina dall’effetto simile all’eroina o alla morfina. Un piccolino temuto anche dai predatori più grandi di lui che è diventato oggetto di studio per lo sviluppo di nuovi antidolorifici. Si tratta della Meiacanthus grammistes, un’appartenente alla famiglia Blenniidae, cioè pesci ossei che in italiano sono noti come bavose e che popola le acque dell’oceano pacifico. Per saperne di più consigliamo l’articolo apparso sul Repubblica.it che trovate cliccando qui.